San Paolo

La chiesa Patronale

 

La chiesa patronale di San Paolo viene già citata nel 929, in occasione della sosta a Zavattarello dei monaci di Bobbio che stavano trasportando a Pavia le spoglie di S. Colombano. Rimaneggiata a più riprese nei secoli successivi, l'edificio fu riconsacrato nel 1520 dal vescovo di Piacenza Pietro de Reconda, dopo che era stato ampliato nel 1500. La facciata fu sovrapposta nel XVIII secolo a quella originaria: ha subito un restauro in occasione del Giubileo nell'anno 2000. Nell'abside è conservata una grande pala d'altare del primo seicento in legno dorato finemente scolpito con un dipinto ad olio del XV secolo raffigurante "Madonna con il Bambino e il Diavolo".

La costruzione del cimitero ottagonale ebbe inizio nel 1689, anno in cui venne costituita la confraternita del Pio Suffragio con una bolla emanata da papa Innocenzo XI. L'ultimazione però si ebbe soltanto due secoli più tardi, al tempo di Carlo Alberto di Savoia, grazie alle oblazioni e ai lasciti degli iscritti al sodalizio. L'affascinante struttura ospita anche le tombe di famiglia dei Conti Dal Verme.


San Rocco

L’oratorio

 

L'oratorio di San Rocco risale al XIV secolo ed era originariamente parte di un monastero cistercense, purtroppo ora scomparso. L'altare maggiore è in legno dorato, con una superba ancona tardo barocca che Ambrogio Corona, in "Zavattarello perla dell'Oltrepò", ha definito "un capolavoro dell'arte barocca". In questa chiesa si trova conservata una statua del XVI secolo raffigurante la Madonna del Rosario con il Bambino. Notevoli le quindici tele della "Via Crucis", attribuite alla scuola di Tintoretto.


Di origine molto antica la chiesa sorge su di un poggio al di fuori del centro abitato e vi si accede percorrendo il Viale Via della Chiesa . Nasce come Pieve su un luogo sacro già in epoca pre cristiana denominato Sarturiano sicuramente a memoria dei riti relativi al Dio Saturno che qui si celebravano e quindi in memoria dell'età dell'oro del genere umano.
Il Cristianesimo trasforma il sito con l'edificazione di una Chiesa importante al momento della fondazione e forse già presente in epoca gotico-bizantina in quanto collegata alla chiesa di Sant’Ambrogio in Milano, quindi agli albori del cristianesimo, poiché Sant’Ambrogio fu vescovo di Milano dal 374 alla morte avvenuta nel 397.
Con San Colombano la Pieve passa in possesso del monastero di Bobbio.
Nel 929 i monaci sostarono nella chiesa con la salma del Santo, la prima notte fra 17 e 18 luglio durante la traslazione delle spoglie da Bobbio a Pavia e il conseguente ritorno. Questo evento molto importante è reso famoso pure per fatti miracolosi, ben quattro, di cui due nella nostra zona a Montelungo e Canevino dove si sono verificate guarigioni.
Originariamente l’Edificio Sacro in stile romanico molto sobrio, coerente con l’epoca storica e dettato dalla tradizione monastica, si modificò a seguito anche di eventi di armi, tanti, da decretarne una ricostruzione attorno al 1500 e riconsacrarlo nel 1520.Tattavia lo stile originario permane nella parte absidale e laterale della chiesa. La parte conclusiva di tale ricostruzione fu la facciata in stile barocco nato durante la controriforma iniziata nel 1600 e conclusa nell'anno 1900, per cui la facciata stessa risulta alta e imponente. E’suddivisa in cinque zone e nella parte centrale compare l’affresco di “San Paolo disarcionato dal cavallo nell’attimo della conversione “ che sancisce la dedica al Santo. In occasione dell’anno giubilare 2000 la facciata è stata restaurata e in quella occasione vennero ritrovati due piatti in pietra risalenti all’epoca romanica che evidenziavano in epoca medioevale l’ospitalità ai pellegrini. Tali piatti sono ricollocati nella parte mediana della facciata e quindi riconoscibili.
La posizione dominante della chiesa su un poggio ne risalta l’imponenza e l’importanza. Vi si accede tramite una maestosa gradinata e si arriva al sagrato fiancheggiato da altissimi cedri del Libano e cipressi.
La chiesa è a pianta longitudinale con volta a botte lungo la quale si aprono sei cappelle laterali, con volta a croce, tre per lato.
Si entra attraverso una bussola in legno a tre porte che sostiene la Cantoria lignea finemente lavorata in noce locale donata agli inizi del 1900 dalla famiglia Dal Verme e resa ancor più pregevole da un maestoso organo recentemente restaurato di una qualità sonora di eccellenza, tanto da essere ambito per concerti.
La zona presbiteriale è in posizione sopraelevata e vi si accede salendo un gradino di marmo.
A destra vi è l’accesso alla sagrestia e a sinistra l’ingresso ad altri luoghi.
Alle pareti si notano grandi dipinti su tela di epoca compresa fra il 1600 e il 1800 . A sinistra del presbiterio un soggetto è rappresentato da due Santi :San Rocco e San Sebastiano , l’altro da “ Madonna con bambino e San Francesco, a destra “ San Francesco, San Filippo e San Felice “e “ Madonna con Bambino , Santi e Committenti”.
Nell’abside, addossata alla parete di fondo, si alza l’imponente Pala d’Altare del primo Seicento, di legno dorato con al centro la figura del Redentore. L’ancona , pure di stile barocco, racchiude in una vetrata un dipinto su tavola del 1400 che raffigura la Madonna in piedi con abito rosso gigliato e manto verde che porge la mano sinistra al Bambino mentre con la destra regge lo scettro che poggia sulla spalla. Alla sua sinistra un demonietto cornuto guarda bieco. Sullo sfondo, da un lato le vestigia di un castello, dall’altro una cattedrale. Ornano le pareti della navata altri dipinti su tela A destra dell’entrata, la prima cappella è dedicata a San Luigi Gonzaga come dimostra il quadro con l’effigie del Santo in rilievo, in atto di preghiera. Si notano pure la statua di San Giuseppe e il Confessionale.
La seconda, il Battistero , accoglie il fonte battesimale. Un piedistallo in cemento sorregge un fusto cilindrico decorato sul quale poggia la vasca in granito sulla quale è scolpita una croce , per l’acqua benedetta. Il coperchio è formato da un corpo cilindrico sovrastato da un altro conico recante una croce pomellata. Accanto un quadro con il Battesimo di Gesù.
Molto importante è la terza, la cappella delle Sante Reliquie, la maggior parte delle quali portate in occidente dall’esploratore Dal Verme conte Luchino durante uno dei suoi viaggi in oriente tra il 1882 e il 1900, e custodite in nicchie nella parete di fondo ove si contano sei reliquiari a cassetta di colore nero con profili in oro, contenenti le reliquie di San Prospero, San Vittore , Santa Candida e Santa Vittoria ; tre reliquiari a mezzo busto in argento raffiguranti santi e due a ostensorio a base rettangolare .Alla parete di destra un dipinto raffigurante San Giuseppe con il Bambino. Il santo, seduto a terra, tiene tra le braccia il Bambino che ha nella sinistra il bastone con il fiore del giglio, mentre con l’altra mano afferra un frutto rosso che San Giuseppe gli porge. Di fronte , la nicchia con statua di Santo Antonio ai cui piedi un porcellino e un ceppo con la fiamma del fuoco
A sinistra dell’entrata, la prima cappella è dedicata a Sant’Antonio di Padova come dimostra la grande statua del Santo.
Nella seconda, dedicata al Santo Crocifisso, addossato alla parete c’è un sovrastare composto da due grandi colonne di marmo sormontati da capitelli corinzi. Le colonne sorreggono due figure di angeli , la cimasa è decorata da nubi e teste di cherubini. L’intera struttura comprende una capace nicchia che ospita il crocefisso di fronte al quale l’altare con un tabernacolo in legno
La terza cappella ospita la grande statua della Madonna del Rosario ed è ad essa dedicata.
La statua, di legno intagliato e dipinto , è collocata all’interno di una nicchia e rappresenta la Madonna Incoronata che tiene il Bambino benedicente sul braccio sinistro e il rosario nella mano destra.
I fedeli hanno la loro collocazione tra le panche e le sedie poste lungo la navata e nelle cappelle.

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